In occasione della ricorrenza del cinquantenario della scomparsa del grande artista, il Grattacielo espone un’interessante serie di opere grafiche realizzate da Capogrossi dal 1963 al 1972.

Basata essenzialmente sul segno, un segno che non è immagine, nè figura geometrica, nè ideogramma, nè tantomeno sigla compendaria o riduttiva di elementi naturalistici, ma piuttosto seme e cellula, voce e alfabeto del suo linguaggio, l’arte di Capogrossi è di per sé espressione grafica. Da qui l’importanza di questi fogli raccolti dal Grattacielo, datati dal 1963 al 1972, che senza scarti qualitativi si affiancano alla maggiore produzione pittorica dell’artista, costituendone spesso il banco di prova. Per Capogrossi infatti non c’è sostanziale differenza tra pittura e incisione. L’una e l’altra sviluppandosi sul piano, l’una e l’altra privilegiando il supporto, la superficie, sia tela o carta, l’una e l’altra basandosi sulla correlazione tra segno e spazio.